La rottura tra il sindaco Marco Doria e i lavoratori del teatro cittadino ha portato a una decisione clamorosa, ossia la mobilità di 48 lavoratori, tra cui 12 orchestrali, 11 amministrativi e altrettanti
coristi e poi 12 tecnici 2 due maestri collaboratori. Il tutto è stato ratificato dal ristretto Cda del Carlo Felice con tre voti favorevoli, due le astensioni e un voto contrario. In questi giorni, proprio prima del Ferragosto, i lavoratori riceveranno le lettere di licenziamento, anche se il sindaco preferisce evitare di chiamare così le missive.
Se ieri ci sono stati forti attimi di tensione a Tursi non solo tra i lavoratori dell’Amiu e la giunta, ma anche con quelli del Carlo Felice, oggi si respira un clima di “quiete prima della tempesta”. La scelta, fanno sapere fonti comunali, è stata portata avanti per salvare il teatro dal crac totale, non si poteva attendere la metà di settembre per decidere il parere dei lavoratori in seguito al referendum interno, che pur li aveva spaccati. 45, invece, sono i giorni che hanno a disposizione i sindacati per eventuali cambiamenti di rotta, assai improbabili vista l’aria che si respira.
La procedura di mobilità sarà seguita passo dopo passo dalla Fondazione Carlo Felice, nel pieno del rispetto delle norme e potrà essere interrotto dal raggiungimento di un accordo capace di garantire all’Ente un uguale effetto economico.
Il clima è torrido tra i lavoratori e per domani è prevista una infuocata assemblea, pare vietata agli organi di stampa. È il primo segnale di una occupazione?