Un genovese su quattro a rischio povertà, centomila famiglie liguri che vivono mensilmente al di sotto della soglia dei mille euro netti al mese e 4000 posti di lavoro andati in frantumi
nel primi semestre del 2013. Sono solo alcuni dei dati allarmanti lanciati dal report della Cgil, che ha fatto come di consueto il punto della situazione dell’economia della nostra regione.
Le cifre fornite dal sindacato di sinistra approfondiscono un settore in crisi dal 2008 ad oggi. Nei primi cinque mesi del 2013, per esempio, la cassa integrazione è aumentata del 109%, una cifra record, non si era mai registrata una impennata di questo genere da quando la Cgil analizza la situazione da Sarzana a Ventimiglia. Sono inoltre ben 61,000 i disoccupati nella sola provincia di Genova, con degli apici nei quartieri di ponente e in val Polcevera. Male anche ampie zone dell’entroterra. Il tasso di persone senza un lavoro è pari al 14%.
Come se non bastasse, le aziende stanno subendo in maniera maggiore gli effetti della crisi e sono ben 657 quelle fallite dall’inizio dell’anno per la pessima congiuntura economica. Infine, dall’inizio della recessione, Genova avrebbe bruciato oltre un miliardo di euro dei 22 che compongono il valore complessivo della ricchezza del capoluogo.
Quello che allarma gli analisti è la situazione sempre più preoccupante di numerose famiglie: con i pensionati che a fatica raggiungono o sfiorano i 1000 euro in busta paga, assistiamo al fenomeno di ultratrentenni ancora mantenuti dai genitori, magari con in tasca una laurea, ma che fanno fatica ad entrare in pianta stabile nel mondo del lavoro. E non è un caso che circa 60,000 persone nelle quattro province liguri non riescono a pagare gli affitti e sono in ritardo con i rispettivi proprietari.
Sempre secondo la Cgil cala l’apporto del turismo, anche se quest’anno a salvare hotel ed alberghi ci hanno pensato i vacanzieri stranieri, visto il crollo dei turisti italiani.