È emergenza occupazionale in Liguria. L’ultimo, preoccupante, campanello d’allarme suonato è quello della Banca d’Italia, il cui rapporto annuale pubblicato ieri fa tremare i polsi ai cittadini

della nostra regione. Secondo i dati snocciolati da Letizia Radoni, la direttrice genovese della Banca d’Italia, da Sarzana a Ventimiglia si sono persi in un anno la bellezza di 13.000 posti di lavoro, una cifra immane se si considera che la Liguria, nel suo complesso, ha di poco superato 1,5 milioni di abitanti. 13 mila occupati in meno equivalgono ad alcune migliaia di Cig in più, con l’aggravarsi del bilancio statale e regionale, e soprattutto altre 4, 5 mila famiglie sull’orlo della soglia di povertà.

Secondo i freddi numeri impartiti dalla banca nazionale, è diminuito del 2% il livello occupazionale in Liguria. Per quanto riguarda i dati inerenti al lavoro autonomo, qui la percentuale raddoppia alla grande e si passa a un catastrofico -5%. Chi è in cerca di un lavoro, anche part time, sfiora la cifra simbolica del 30%, mentre gli addetti tra i 15 e i 34 anni, la prima fascia occupazionale da sempre per gli istituti di ricerca e statistici, sono calati di ben oltre il 7%. Anche la Cig, la cassa integrazione, è data in risalita, come era ampiamente prevedibile, di un 3,8%.

A picco il comparto immobiliare, si salva solo il settore alimentare che regge bene, diminuisce, come in tutta Italia, il potere d’acquisto delle famiglie liguri.