Anziché prendersela con gli indiani di ArcelorMittal, che hanno gettato nel panico oltre 12 mila famiglie italiane e quasi 1200 nella sola provincia di Genova rinunciando al contratto
e ridando l’Ilva in mano al Governo italiano, il “compagno” Bruno Manganaro della Fiom Cgil genovese mette nel mirino il governo giallorosso, vicino al suo pensiero politico, dopo il clamoroso annuncio del colosso asiatico. Manganaro minaccia una guerra per le strade di Genova, tipico dei sindacati di sinistra, ed osserva: <Il lavoro non è considerato centrale nell’agenda politica di questo governo romano, il quale ha giocato su un contratto, e il conseguente accordo sindacale firmato solo un anno fa, smontandolo subito dopo a scapito dei lavoratori. L’atteggiamento del nostro esecutivo è irresponsabile. Ma una domanda sorge lecita: pe il governo italiano, la nostra siderurgia è di vitale importanza? È nella sua agenda?>.
E da Roma i responsabili della Fiom rilanciano che il governo ha in mano una bomba sociale che sta per esplodere, con mezza Taranto sul piede di guerra.