Lo scenario è molto cambiato rispetto a due anni fa. È sotto gli occhi di tutti, che l’Europa dovrebbe prendere alcune misure correttive per tutelare l’industria siderurgica. La nuova proprietà
asiatica ha chiesto a Bruxelles di realizzare lo stesso campo da gioco tra tutti gli operatori anche per la parte relativa alle emissioni di CO2. In Europa abbiamo limiti ai livelli di emissione più bassi rispetto ai produttori extraeuropei. C’è bisogno di correttivi, l’Ilva stessa attraverso la nuova proprietà indiana (a Natale ha cambiato i classici doni da mettere sotto l’albero per i dipendenti) chiesto alla commissione Ue di trovare delle compensazioni sull’import di acciaio per non alterare la concorrenza.
Il mercato è ancora più competitivo. Ma in Europa L’Ilva produce 30 milioni di tonnellate all’anno, a Taranto 4,6 milioni l’anno scorso, una produzione che crescerà fino a 6 milioni entro la fine del piano nel 2023.