Quella di domani sarà una settimana infernale per il destino dell’Ilva di Taranto, una delle tante, e delle sue sedi in Italia, cui quella genovese

di Cornigliano.
Il confronto tra Arcelor Mittal e sindacati non riesce a decollare. E’ muro contro muro infatti sui 4mila esuberi annunciati dal gruppo e sulla discontinuità contrattuale che l’azienda vorrebbe applicare ai 10 mila lavoratori riassunti nella ‘nuova Ilva’. Un braccio di ferro che ha di fatto paralizzato il confronto già peraltro condizionato da ‘fattori esterni’, dalla decisione dell’Antitrust europeo attesa per maggio a quella sulla sentenza del Tar del Lazio per la sospensiva del Pdcm ambientale del governo.

Si deciderà dunque mercoledì prossimo, 11 aprile, se la vertenza Ilva avrà un futuro o meno, almeno nell’immediato. Se i numeri dell’occupazione non dovessero cambiare e se venisse confermata la volontà di non riconoscere una continuità contrattuale per i lavoratori riassunti, hanno già minacciato la scorsa settimana Fiom e Uilm, il tavolo potrebbe conoscere un brusco stop.