L’annuncio dell’amministratore delegato di Fincantieri Giuseppe Bono (foto) ha destato una certa speranza tra i lavoratori. Se alcuni mesi fa era al centro delle critiche di tutti e cinque
i principali sindacati italiani, Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Cobas, ora il nuovo piano industriale dettato da Bono stesso potrebbe regalare alcune speranze, anche se c’è da discutere la spinosa questione della nuova cassa integrazione per i dipendenti, visto che l’attuale ciclo scade ad agosto.
Le strategie dell’azienda le ha chieste il nuovo Ministro del Lavoro guidato dal premier Enrico Letta, una mossa doverosa alla luce di quello che è successo negli ultimi tempi a Fincantieri. Infatti, uno dei requisiti posti dal ministero del welfare, è il via libera ai nuovi ammortizzatori. Secondo le prime indiscrezioni, i lavoratori in cassa potrebbero essere un numero decisamente inferiore rispetto alle previsioni catastrofiste elaborate nel 2011, che era fissato a circa 3600 unità. Ora, invece, si punta a non superare il tetto delle 2000 persone, grazie ai 500 esodati circa della riforma Fornero, senza dimenticare i poco più di 200 lavoratori che hanno accettato di buona lena un trasferimento in un’altra città pur di non perdere il proprio posto di lavoro. Pertanto, l’arco temporale della nuova cassa integrazione sarà compreso tra il 2013 e il 2015. In questi 24 mesi Bono confida in nuove importanti commesse estere che potrebbero far rifiatare l’azienda (in un mercato decisamente estero). Si punta sulle crociere, ma in tutto il mondo questo comparto, con la crisi in atto, è in declino.