Ad oltre 10 giorni dalla pubblica denuncia di SPEDIPORTO sui forti arretrati nelle verifiche dell’Ufficio USMAF nulla è cambiato. Centinaia di pratiche in attesa di essere evase giacciono
presso gli uffici di Sanità Marittima del Porto di Genova, con enorme danno per importatori ed operatori. Costi esorbitanti che metteranno fuori mercato il nostro scalo portuale se non si interverrà urgentemente. E’ un tema di carenza di personale non c’è dubbio, mancano all’appello complessivamente non meno di 90 funzionari pubblici ma è anche un problema di flessibilità del personale e di programmazione. Manca il personale e quel poco che c’è è male oranizzato, privato anche delle minime attrettature per poter operare. L’IT avrebbe potuto dare una mano, ma purtroppo il tanto osannato Sportello Unico dei Controlli non ha mai funzionato, dal 2005 hanno del suo battesimo non ha mai mosso più di due passi di fila. Risultato gli uffici sono al collasso e con loro buona parte della credibilità del nostro scalo portuale. CON UNA MEDIA DI 60/70 PRATICHE GIORNO UOMO è impossibile immaginare che il problema possa risolversi, soprattutto quando di mezzo c’è la salute pubblica. I controlli devono esserci e devono essere scrupolosi ma gli uffici della PA hanno bisogno di più personale e quello che c’è deve lavorare con più flessibilità e migliore organizzazione. Come SPEDIPORTO già lo scorso febbraio 2018 denunciammo, in un documento articolato e dettagliato, i rischi di una sottovalutazione del problema legato alla carenza di organici ed alla progressiva, ed ulteriore, riduzione degli stessi. Pensionamenti e contratti a termine hanno poi favorito una progressiva erosione delle poche professionalità presenti negli uffici di presidio.
Spediporto – il presidente – Alessandro Pitto Confetra Fedespedi