Si apre un altro delicato fronte, un nuovo filone di inchiesta all’interno degli appalti nel porto di Genova. Si sono ufficialmente chiuse le indagini che riguardano
l’inchiesta sull’assegnazione di lavori di ristrutturazione nel porto di Genova nel quale è indagato un noto dirigente dell’Autorità Portuale cittadina, Andrea Pieracci, il quale è accusato di abuso in atti di ufficio. Secondo la dettagliata ricostruzione dei fatti operata dal pubblico ministero, Pieracci avrebbe frazionato un unico lavoro da effettuare in un edificio di deposito doganale in porto in più tranche assegnandolo a una unica impresa, senza così dovere bandire una gara d’appalto. Il costo dei lavori era di 179 mila euro, ma venne diviso in cinque parti, per importi che non superavano i 40 mila euro. La ditta a cui erano stati affidati i lavori, la Edil Atellana, li aveva a sua volta subappaltati a un’altra impresa pagandoli però solo 64 mila euro. Il dirigente è già a processo per due diverse inchieste sempre relative all’assegnazione di lavori di restauro in porto, dove avrebbe usato la stessa tecnica del frazionamento per evitare le gare d’appalto. Secondo l’accusa avrebbe così assegnato i lavori a ditte amiche.