Questa volta il crollo del ponte Morandi dello scorso 14 agosto, con la relativa perdita di tempo nell’uscire dai caselli di Genova Ovest o Genova Aeroporto per attraversare la città
o allungare fino alla bretella di Novi Ligure, non c’entra proprio nulla. L’autotrasporto italiano è in crisi nera dai primissimi anni Novanta, da quando è piombata la concorrenza leale o sleale degli autisti dell’Est Europa. Essi, infatti, si accontentano di stipendi pari a 1500 euro netti al mese. Non si tratta affatto di pessimi rimborsi, ma se comparati a quelli degli italiani (oltre 2000 euro in media al mese, netti, per una vita infame, basta vederli allo slargo del casello di Savona per farsi una idea della loro esistenza) si tratta di un netto calo degli introiti. Senza contare gli alti accessi alla professione, con costi esorbitanti, non disponibili per tutti, viste le tasche.