Sono 9.317 i lavoratori liguri che in questo periodo usufruiscono della Cassa Integrazione in deroga per 1075 imprese, cui si aggiungono altri 741 lavoratori in mobilità per 381 imprese.
Se saranno fortunati, potranno forse ottenere il pagamento della sola Cassa integrazione per i mesi di gennaio e febbraio 2013 e forse di marzo, sempre che i datori di lavoro e gli stessi lavoratori, che attualmente, non ricevono un soldo, perché il ministero pretende che gli accordi tra le parti, sino ad ieri sottoscritti in azienda, vengano rifirmati nella sede della Regione, che, giustamente, è contraria a questa vessazione di imprese e lavoratori, costretti a inutili spostamenti e perdite di tempo con il chiaro scopo di scoraggiare l’uso dello strumento.
Se il ministro Fornero nei prossimi giorni non firmerà, circa 1 milione di lavoratori (oltre 10.000 in Liguria) rischiano di essere licenziati e di restare senza alcuna forma di reddito.
“Rischiano anche le imprese – dice Marco Merli, presidente regionale di Cna Liguria – sino ad oggi non hanno chiuso i battenti, nella speranza di “parcheggiare” i propri dipendenti e, nel caso le cose andassero meglio, di ripartire con l’attività. Ora, private della forza lavoro e delle professionalità sulle quali le imprese avevano investito, si troveranno in più nella condizione di dover far fronte alle indennità di fine rapporto in un’unica soluzione per le quali non hanno soldi e saranno condannate al fallimento, aggiungendo dramma al dramma.”
“Cna ha inviato una lettera ai Parlamentari liguri, ai Prefetti, allo stesso Ministro Fornero, ha coinvolto il sistema camerale, l’Inps, la Regione, sta avviando una mobilitazione nazionale tramite Rete Imprese Italia” interviene Gianni Carbone, segretario della Cna di Savona” nei prossimi giorni discuteremo come ampliare e rendere più forte e unitaria la mobilitazione”.
“La situazione attuale è dovuta innanzitutto alla mancata firma da parte del ministro, all’impossibilità di usare gli avanzi di cassa dello scorso anno, ma anche ad un uso improprio della cassa in deroga, da parte di chi aveva altri strumenti a disposizione” dice Massimo Giacchetta, presidente della Cna di Genova” se l’Amt, l’Acam della Spezia e la Ferrania e qualcun altro avessero utilizzato, come per loro possibile, la cassa integrazione straordinaria, oggi ci sarebbero più fondi per le imprese artigiane, commerciali, turistiche di servizi, che hanno solo la cassa in deroga. La Regione dovrebbe vigilare maggiormente e chiudere la cassa in deroga a chi ha a disposizione altri strumenti, perché usino quelli, lasciando alle piccole imprese i fondi della cassa in deroga”.
“La Cna Ligure ha interpellato telefonicamente un campione di 50 imprese, divise per categorie e territori – racconta Federica Maggiani imprenditrice spezzina e dirigente della Cna ligure – di queste ben 49 hanno detto che non hanno nessuna possibilità, al momento, di riassorbire i lavoratori in cassa, questo vuol dire che per il 98% delle imprese e dei lavoratori il destino, se non si provvederà tempestivamente, è segnato”.
“Dobbiamo reagire in più modi” interviene Sarah Pissarello, vicepresidente della Cna di Imperia “ chiedendo al governo di firmare, alla Regione di filtrare di più le domande, ma anche prestando servizi e assistenza alle imprese. Per esempi consigliando l’utilizzo dello strumento dei contratti di solidarietà, che godono ancora di finanziamento e che danno una copertura sino all’80% e, oggi, sono accessibili anche ai piccoli, all’utilizzo dell’Aspi, che le nostre sedi del patronato Epasa fanno a chi ne ha bisogno, non dimenticando che, grazie al lavoro di Cna, le imprese artigiane liguri, possono contare sui fondi per la sospensione, tramite l’Eblig, Ente Bilaterale dell’Artigianato, che possono in parte sostituire la Cassa Integrazione”.