Sono giorni, anzi, ore frenetiche al porto di Genova. Lo stallo delle trattative tra i camalli da un lato e i terminalisti dall’altro è giunta alla fase cruciale. La mediazione del presidente dell’Autorità del Porto
di Genova, Merlo, andata in scena nei giorni scorsi, sembra non aver dato un buon responso. L’ex membro di spicco del Pd ha cercato di ricucire le distanze, ma il suo intervento, dopo una prima fase speranzosa, ha poi deragliato.
La sensazione diffusa in porto è che le distanze siano ancora lontane da colmare. La Culmv (Compagnia Unica lavoratori marittimi) ha ancora dei problemi di bilancio e negli ultimi mesi aveva chiesto ai terminalisti dei pagamenti aggiuntivi per quanto riguarda il 2012, pagamenti che ammontano a una cifra di tre milioni di euro. Quindi la Culmv si era arenata su questo punto: prima di modificare le regole in porto, bisognava saldare, a detta loro, questa cifra. Il vertice degli industriali di ieri si è chiuso con uno spiraglio, grazie all’offerta di due milioni di euro, ma i camalli sono irremovibili, non si spostano dalle loro posizioni e quel milioncino di euro potrebbe paralizzare il porto nei prossimi giorni. Ma c’è un altro retroscena, infatti tra gli stessi terminalisti ci sarebbe una spaccatura tra il fronte capeggiato da Aldo Spinelli (foto), più disposto ad abbracciare le cause dei camalli, e quella di Sech, chiuso a riccio.