Può suonare strano, ma al momento, l’unica via d’uscita a breve termine per l’asfittica economia locale è senza dubbio il turismo. Con un patrimonio dell’umanità davvero di primissima qualità,
l’arte della Superba unita a due riviere invidiate dal resto d’Italia possono rappresentare uno sbocco per incrementare l’economia genovese, in tempi di cassa integrazione forzata. Stiamo attraversando un periodo nerissimo e le numerose saracinesche abbassate dei negozi in ogni quartiere cittadino sono lo specchio più fedele. Basti pensare che sono stati 400 gli esercenti che hanno chiuso dal gennaio 2011, una cifra allarmante, nonostante l’incrementare dei Civ e le loro iniziative. Senza contare gli oltre 1250 cassa integrati in tutti i settori, da quello della comunicazione (con la chiusura delle redazioni di Radio Babboleo, Telecity, Telenord e Radio 19 e il ridimensionamento delle restanti) all’industria pesante al terziario.
Insomma, se ci fosse una maggior coordinazione tra Regione Liguria e i vari comuni delle coste senza dubbio ci potrebbe essere un netto giovamento, ma anche gli albergatori e i ristoratori devono abbassare i prezzi per essere competitivi sul mercato globale.
Da Ventimiglia a Sarzana la nostra regione vanta circa un centinaio di comuni costieri le cui risorse potrebbero essere sfruttate alla grande, senza dimenticare le nuove opportunità che darebbe una espansione delle rotte del “Cristoforo Colombo” di Sestri Ponente. Con l’apertura dei mercati dell’Est Europa, i facoltosi turisti russi potrebbero davvero rappresentare una manna dal cielo.