Sono numeri da brivido quelli che fanno da contorno al pesto genovese, in particolare quello prodotto ai margini del famoso Castelluccio di Pra’, nel cuore del ponente cittadino
. Al pari dei vini spezzini delle Cinque Terre, si lamentano picchi in calo fino ad un spaventoso 60%, ossia quintali di pesto al macero, viste le chiusure quasi totali di bar, trattorie, osterie, agriturismi, ristoranti, alberghi ed hotel fino a lunedì scorso.
Queste settimane di emergenza coronavirus hanno messo in crisi l’oro verde ligure. Il basilico non sta vivendo un momento facile: in Liguria questa aromatica è coltivata da circa 200 produttori su 400 ettari e se le cose non dovessero cambiare, nei prossimi mesi potrebbero andare distrutte piantine per un valore tra gli 8 e i 10 milioni di euro.
È un problema che colpisce tutti i produttori e più pesantemente chi non si è potuto adeguare alle necessità del mercato in questo momento, i ristoranti e le mense scolastiche chiuse sono il primo problema ma anche la piccola distribuzione è in pesante sofferenza.
Sia la produzione sotto serra, che il ciclo in pieno campo, sono interessati dal momento di difficoltà, anche perché le esportazioni del prodotto sono ferme.