Chissà quanti piccoli commercianti non riapriranno più al termine di questa quarantena infinita. Nelle ultime settimane, sono partiti vari appelli dai partiti di “Italia Viva” di Matteo Renzi
a “Cambiamo” di Giovanni Toti, che si sono uniti a quelli di Confindustria e Confcommercio.
Alle prese con merce scaduta (basti pensare il cibo nei ristoranti e trattorie), oppure invendibile perché fuori stagione, o ancora con gli affitti da pagare, i dipendenti da saldare. Con rimborsi ridicoli arrivati da Roma (ed i 600 euro, in netto ritardo come ammesso dal Ministro Gualtieri, persino lordi, infatti ai primi genovesi beneficiari di questo provvedimento, non arrivano a 500 euro netti…), diventa durissima per i commercianti rimasti chiusi, che sono la maggioranza, vedi quelli di abbigliamento, i centri commerciali, i bar, i pub, i chioschetti, i ristoranti, le osterie, le trattorie, gli impianti sportivi come piscine, palestre, campi da calcio, da tennis. Insomma, se il lockdown continuerà ancora, si rischia una ecatombe. Senza dimenticare gli stabilimenti balneari, gli alberghi, gli hotel e gli agriturismi liguri, con migliaia di lavoratori stagionali (in particolare il savonese, le due riviere da Spotorno ad Andora da un lato e da Varazze e Celle Ligure dall’altra) che vivono per i proventi nei mesi che vanno da aprile a settembre.