Nemmeno un briciolo di sensibilità ed amor patrio su entrambe le sponde: da parte dei benzinai, in questo momento senza precedenti della storia italiana (lamentano
incassi ridotti dell’85% in Autostrada) e del Governo, che non ha concesso loro di aumentare un goccio la benzina e la verde, facendo contenti i consumatori (ma non aiutando i benzinai). Insomma, è delirio puro con lo scioperò già iniziato dei benzinai per ora sulle sole tratte autostradali e nei grandi raccordi anulari. Ma ora parte anche nelle città, in maniera graduale, quasi per mettere all’angolo gli italiani (scatenando panico, inevitabile) ed il Governo.
Nessuno sciopero, quindi, ma il rischio di una progressiva chiusura degli impianti per mancanza di liquidità. Le conseguenze economiche dell’emergenza coronavirus stanno colpendo duramente i gestori degli impianti di benzina. Il quadro è pesante in tutto il Paese. Le stime parlano di un crollo del lavoro compreso tra l’85 e il 90%.
Il volume dei mezzi in transito, considerate le misure di quarantena messe in atto nelle ultime settimane, ha subito un calo vertiginoso, quasi il 60% nelle città (nelle autostrade vi è l’obbligo del personale in servizio, ma i traffici sono limitati ai soli tir). Inevitabili le ricadute economiche, affiancate da timori dei lavoratori legati alla sicurezza sanitaria. Nei giorni scorsi il grido d’allarme delle associazioni di categoria. Ieri pomeriggio le sigle si sono confrontate in video conferenza con il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli. Ministro che ha promesso per i prossimi giorni la convocazione di un tavolo interministeriale per individuare le misure di sostegno al settore.