Secondo i calcoli degli analisti esperti di economia, con il dilagare di questo micidiale Coronavirus in Italia (pandemia in 11 comuni del lodigiano, tutto è partito da Codogno

, dal cinese infetto) e la Liguria ad ora solo sfiorata, il porto di Genova, come gli altri in tutta la Penisola, subirebbe un tracollo micidiale. Con il quasi certo blocco di arrivi dalla Cina (economia orientale al limite del collasso), i traffici nei container asiatici stanno già diminuendo. Il porto in Italia con più arrivi dalla Cina è senza dubbio quello di Genova, basti vedere le pile di container a Sampierdarena, Cornigliano, Bolzaneto (un tempo sulla collina degli Erzelli). Ma senza questi benedetti container cinesi come andrebbe avanti la vita del porto genovese? Appunto, non andrebbe avanti, o quasi. I primi a farne le spese i camalli della Culmv (che comunque hanno il mancato avviamento, ossia una sorta di salario minimo garantito) che non avrebbero più lavoro o scarseggerebbe, quindi spedizionieri, segretarie, impiegati vari, operai, addetti vari, eccetera.