Economia a picco. Un 2019 da dimenticare. Non ci sono altre frasi da dire di fronte ai dati che arrivano sul tavolo della nostra redazione. Dopo il crollo del ponte Morandi
del 14 agosto 2018, infatti, il porto genovese ha subito una drastica frenata nelle importazioni ed esportazioni delle merci, nonostante la pronta risposta delle istituzioni, che hanno subito creato strade alternative come le nuove corsie della Strada Guido Rosso direttamente collegata all’Autostrada senza passare dal centro di Cornigliano. Tra 2018 e 2019 si sono arenate diverse piccole aziende in val Polcevera, colpite dalla catastrofe del Morandi, in particolare in zona Campi.
E sempre per quel collasso alla viabilità cittadina e ligure in generale, ne ha pagato le conseguenze anche il turismo, con cali su tutte e due le riviere, prenotazioni annullate (le varie frane e le mareggiate degli ultimi mesi hanno poi dato il colpo di grazia, sia a ponente, con un Alassio in ginocchio, che nel levante, vedi la galleria delle Grazie tra Chiavari e Zoagli). Diversi gli albergatori e ristoratori, con vari gestori di stabilimenti balneari, in ginocchio.
Ma l’anno che se ne va ha segnato un nuovo crollo del piccolo commercio italiano (dal 31 dicembre chiude per sempre la storica cartoleria – negozio di modellini “Linux” in corso Sardegna a Marassi, davanti alla chiesa di Santa Fede), sempre più schiacciato dalla tasse e dall’arrivo di nuovi colossi cinesi, vedi Aumai a Dinegro nel palazzo ex Saturn ed ex Globo, o delle merci contraffatte vendite da pachistani in quasi ogni quartiere cittadino, in particolare a ponente, centro storico, val Polcevera e val Bisagno.
ma la nostra regione sta soffrendo in particolare, reddito di cittadinanza a parte, scorciatoia ridicola quasi esclusivamente riservata ai “furbetti” e il welfare italiano non se lo può permettere, della gravissima crisi occupazionale legata ai destini dell’ArcelorMittal (ex Ilva, a Cornigliano), di un “Secolo XIX” che tra novembre a dicembre ha scioperato preoccupato per il proprio destino.