Il Secolo XIX oggi esce in edicola senza le firme dei suoi giornalisti. E per l’intera giornata di oggi senza le firme sugli articoli del sito internet. Gli articoli firmati sono dei colleghi di altre
testate del gruppo Gnn. Ce ne scusiamo con i lettori. La decisione è maturata all’interno dello stato di agitazione proclamato dai giornalisti con un pacchetto di sette giorni di sciopero.
Questa scelta è stata presa dalla redazione dopo un incontro con l’azienda e a seguito della presentazione del piano di riorganizzazione del lavoro poligrafico per tutto il gruppo Gnn. Un piano che prevede 27 esuberi su 38 lavoratori poligrafici al Decimonono e l’accentramento del lavoro grafico su Torino: misure che per la redazione sono inaccettabili. Non solo per le ricadute occupazionali, ma anche perché vanno a impoverire e colpire la qualità e l’autonomia dell’informazione de Il Secolo XIX.
L’azienda si affida a tagli del costo del lavoro, senza prospettive, come unica risposta alla crisi del mercato. E penalizza una testata che è la voce di Genova e della Liguria da oltre 130 anni e che ha già affrontato un pesante piano di risanamento dei conti negli ultimi sei anni. Mai, nella sua lunga storia, Il Secolo XIX si era trovato davanti alla mancanza di un disegno di sviluppo e di lungo periodo. E lascia perplessi che questo accada nel primo gruppo editoriale italiano, Gedi. Le risposte incomplete e a tratti sprezzanti dell’azienda alle richieste del Comitato di redazione sono un’ulteriore ferita alla storia di questo giornale.
Chiediamo rispetto per i colleghi poligrafici e per un quotidiano che ha saputo fornire a tutto il gruppo Gnn contenuti e contributi di qualità, ed essere in prima linea a fare luce su alcuni degli eventi più importanti e in alcuni casi drammatici che hanno colpito il nostro Paese: il crollo di Ponte Morandi, la crisi di Carige, la vertenza ex Ilva e le sorti del principale porto italiano. Negli ultimi anni la redazione ha affrontato con senso di responsabilità la cassa integrazione, i tagli alle collaborazioni, i turni di lavoro anche oltre i limiti del contratto. Ma non accetterà di ridurre ancora la propria voce e la propria capacità di informare.