Era il settembre del 2018 e da lì a pochi giorni a Genova, in Liguria ed in tanti bar, ristoranti del Nord Italia, si scatenò l’inferno. Molti locali chiusero sommersi dai debiti
. Era diventato il punto di riferimento per tanti lavoratori, migliaia, decine di migliaia, forse centinaia di migliaia in tutto il Nord: i buoni pasto della Qui Ticket del genovese (in verità calabrese, poi trapiantato nella nostra regione) Gregorio Fogliani sono solo un ricordo. Anche ai super mercati si era diffusa questa modo che un po’ irritava i cassieri. Per dirla con tutta franchezza, nel giro di pochi giorni un migliaio di lavoratori tra dipendenti, segretarie, contabili, commerciali specializzati nella pubblicità dei ticket e tutto il contorno di questa grande ditta, si ritrovarono a spasso, con famiglie al seguito. Una fetta del capoluogo ligure, da dove provenivano la maggior parte dei lavoratori, sprofondò nel dramma occupazionale.
Per la cronaca, ad oggi, ci sono ben sei persone arrestate e la bellezza di 80 milioni di euro sequestrati dalla Guardia di Finanza.