E’ la domanda ricorrente che aleggia da quel maledetto 14 agosto. Una Genova che ha dovuto rimboccarsi le maniche, divisa e lacerata, spezzata ed umiliata. Ma secondo i primi calcoli
, lasciando da parte ciò che Autostrada ha dovuto rimetterci e quello che ci rimetterà, non considerando l’intervento Governativo e forse quello dell’Unione Europea, secondo i dati dello studio dei Consulenti del Lavoro, il danno oscilla attorno al mezzo miliardo di euro, per ora. Ossia la cifra che hanno perso i commercianti di Certosa, Rivarolo, Bolzaneto, Trasta, Teglia e Sampierdarena alta, le imprese in zona Campi e bassa Polcevera, Amt istituendo i servizi gratuiti Fp (fino in via Walter Fillak) e Sp (fino a Sestri Ponente), inoltre i mutui delle case sono andati a picco, gli appartamenti in affitto scomparsi, il valore degli immobili precipitato. Poi bisogna aggiungere i posti di lavoro persi, il crollo nei primi tre mesi post Morandi del porto di Genova, con alcune ditte internazionali che hanno bypassato lo scalo genovese. Incalcolabili i danni al settore artigianale. Insomma, se nella zona Rossa e nella zona Arancione non si ride, l’intero tessuto economico della città di Genova ne ha risentito.