I fienili e le stalle? Avanti di questo passo serviranno per catalogare tutte le pratiche burocratiche che servono ai titolari delle aziende agrituristiche. “Meno burocrazia
non è un semplice slogan – ha sottolineato Federica Crotti, responsabile di Turismo Verde Cia Liguria al convegno promosso ieri insieme a Cia Liguria sulla situazione degli agriturismo -. Significa ridare agli imprenditori ore di lavoro da dedicare alla propria attività invece che essere costretti a stare attaccati alle scrivanie che molti di loro hanno abbandonato proprio per dedicarsi alla terra. Un esempio? Dobbiamo fare tre comunicazioni diverse a tre soggetti diversi per ogni registrazione di un nuovo ospite. Possibile che non si possa farne una unica ?”.
Avanti così, difficile avere un futuro. Ci vogliono soluzioni.
“ Gli ospiti chiedono nuovi servizi spendendo meno soldi – ha proseguito Federica Crotti -. Dobbiamo avere la possibilità di fornire anche strutture mobili come tende, yurte, case mobili. E poi il tema delle aperture: occorre rivedere la norma che ci obbliga a comunicare in anticipo il calendario di quando siamo aperti. Non è possibile in questo contesto economico rinunciare a prenotazioni perché siamo chiusi e magari avere l’agriturismo vuoto in altri giorni. Una volta fissati i limiti è facile controllare che questi siano rispettati nel corso dell’anno”.
C’è tanto altro che rischia di affossare l’attività agrituristica.
“ La tassa sullo smaltimento dei rifiuti ci assimila all’attività alberghiera. E’ evidente che le attività sono diverse, per noi ad esempio l’umido diventa concime – ha rincarato la presidente di Turismo Verde -. I controlli ? Ben vengano, siamo favorevoli, ma non è possibile che arrivino da soggetti che operano senza coordinamento e spesso con poca competenza sulle caratteristiche delle attività agricole. E a proposito di norme: se una cucina rispetta quelle indicate dalla legge, per quale motivo siamo obbligati a vendere i nostri prodotti solo ai consumatori finali senza poterli distribuire ai negozi sul territorio, contribuendo a creare ricchezza alla rete sul territorio ? ”.
Un’analisi che Cia Liguria ha spinto fino ad un confronto con le altre regioni.
“ Abbiamo analizzato la situazione della normativa sugli agriturismi nella nostra regione confrontandola con le norme delle altre rispetto a dimensione aziendale minima richiesta, criteri per determinare la prevalenza dell’attività agricola, norme sulla somministrazione di pasti e bevande, norme sull’esercizio dell’attività negli spazi esterni , caratteristiche degli immobili – ha spiegato nei dettagli, ai tanti operatori presenti, Riccardo Giordano, Cia Imperia -. Non siamo certamente per la deregulation ma è evidente che in Liguria le norme sono più penalizzanti rispetto alla maggior parte delle altre regioni. Un esempio? In Liguria occorre avere una dimensione minima e non c’è particolare attenzione alle aziende collocate nelle zone montane o svantaggiate . Nelle altre regioni vengono inseriti numerosi correttivi in relazione alla dimensione, alla collocazione in zone montane o svantaggiate, alla pratica di agricoltura biologica”.
Un confronto che Cia Liguria ha voluto avviare con ANCI. “ Perché non è possibile che le norme e i tributi siano così differenti da Comune a Comune”. E con la Regione Liguria presente all’incontro con l’Assessore regionale all’Agricoltura, Stefano Mai.
Un confronto che non si è esaurito nella sala di Palazzo Ducale.
“ La situazione è apparsa evidente in tutte le sue criticità come hanno confermato gli interventi delle aziende a questo incontro – ha commentato Aldo Alberto, presidente di Cia Liguria -. Presenteremo a breve un documento alla Regione Liguria che elenca tutte le nostre proposte di modifiche di leggi e regolamenti che permettano alle aziende agrituristiche di essere competitive in un settore che, ricordiamolo, è fondamentale per evitare l’abbandono del territorio”.