Si respira un’aria molto tesa nelle banchine del porto di Genova dopo le dichiarazioni del Console Antonio Benvenuti. Prima l’assorbimento entro giugno

dei 24 lavoratori dei “carbunin” della Compagnia Pietro Chiesa, ora il forte rischio che il gigantesco credito non arrivi più nelle casse dei camalli che furono guidati per anni da Paride Batini, il loro “padre putativo”. Il grido di allarme dell’attuale numero uno della Culmv è secco: <Gli stipendi di marzo sono a rischio. Ad ora non sono partiti i bonifici verso i nostri quasi mille lavoratori. Infatti la colpa è di alcuni terminalisti che non pagano il nostro lavoro nel porto di Genova. Vantiamo dei crediti per cinque milioni di euro. La situazione è insostenibile, ci sono fatture che devono essere saldate da mesi>.