42mila giovani oggi in Liguria non studiano né cercano un lavoro, in aumento addirittura del 20% rispetto al 2016. È la fotografia del lavoro under 30 scattata dall’Istat, che certifica in maniera nitida
la situazione, preoccupante, tra Ventimiglia e Sarzana ligure nello spezzino.
Tra le pieghe dei numeri si nasconde una verità drammatica a cui bisogna al più presto porre rimedio. Una risposta esiste, come diciamo da anni: si chiama turismo. È attorno a questo settore che la nostra regione è chiamata a costruire lo sviluppo economico dei prossimi dieci, vent’anni. È in quella direzione che dobbiamo concentrare risorse, investimenti e progetti se vogliamo dare un futuro a questa terra e reddito e lavoro ai nostri giovani. Ma per farlo bisogna cominciare da una seria politica turistica, oggi ferma completamente al palo, al di là di slogan, hashtag e marchette più o meno elettorali.
È inutile che, ad ogni nuovo rapporto Istat, ci si stupisca per l’occupazione in picchiata e l’assenza di prospettive se non siamo neppure capaci di dare una rotta e un indirizzo all’unico settore in grado di garantire crescita, lavoro, reddito e dignità. Da qui bisogna ripartire, dal rilancio del turismo e dalle nuove sfide del settore, per non ritrovarci l’anno prossimo a versare lacrime di coccodrillo sull’ennesimo rapporto impietoso con la Liguria.