Ormai si allarga a macchia di leopardo lo scandalo delle ditte italiane, statali o para statali, private o non, che si affidano agli operatori telefonici
stranieri per guidare i clienti italiani alla risoluzione dei loro problemi. Uno scandalo di vaste proporzioni, in quanto molti di essi, che sono dell’Albania, Romania o Moldavia per restare in Europa (dove la manodopera ed il costo del lavoro costa davvero un’inezia rispetto all’Italia) non sanno nemmeno bene parlare l’italiano. Ancora più grave il caso degli operatori telefonici che parlano dall’Asia: le nazioni più gettonate, in questo caso, India, Pachistan e Bangladesh. Ma alla fine della chiamata, essi stessi spiegano con un italiano stentato: se non vi va bene, potete sempre parlare con un italiano, però bisogna spettare un’altra decina di minuti tra tempi di attesa lunghissimi e musichette varie, con annesse fastidiose segreterie telefoniche. Il tutto riguarda sia gestori italiani di acqua, luce, gas e quelli della telefonia mobile e dei cellulari. Potere della globalizzazione selvaggia.