Sono passati i bei tempi dei camionisti italiani, con i loro poster osè dietro alla cabina di guida, le loro lunghe soste agli autogrill, le dormite nelle piazzole
di soste delle autostrade (in Liguria facevano tappa a Nervi, Santa Margherita Ligure, Sestri Levante e Varazze – Piani di Invrea). Si portavano a casa dai 2 mila euro al mese in su visti i durissimi turni di lavoro, massacranti, dei veri e propri tour de force. Ora, invece, essi, sono stati da anni rimpiazzati dagli autisti polacchi, che si accontentano di 1500 euro al mese, o dai romeni (prendono anche meno, e lavorano in condizioni improbe).
Ma oltre agli autisti polacchi, volano anche le loro ditte di autotrasporto, favoriti dalla posizione geografica di Varsavia, al centro dell’Europa. Una dettagliata ricerca su scala europea mostra che dall’ingresso della Polonia nella UE la sua flotta di veicoli industriali è triplicata e la sua crescita non è stata fermata neppure dalla crisi del 2008, con un tasso annuo medio dell’11,5% (a fronte di quello europeo del 5,9%). Un anno prima, l’autotrasporto polacco raggiunse il primo posto nel trasporto stradale europeo e da allora non lo ha lasciato, raggiungendo la quota del 28%. Praticamente, quasi un camion su tre che attraversa le frontiere comunitarie ha targa polacca.