Il porto di La Spezia, come era nelle previsioni alla vigilia, di fronte alla semi fusione tra gli scali di Genova e Savona volute dal Governo centrale di Roma dopo anni di trattative
partite con il Ministero guidato allora da Maurizio Lupi, non tiene il passo dell’Autorità presieduta da Paolo Emilio Signorini. Ad oggi, la priorità del porto spezzino è quella di completare il PRP, attuando anche gli interventi di ambientalizzazione a tutela dei cittadini. Gli operatori privati, dopo il lungo interregno di Lorenzo Forcieri (caduto in disgrazia dopo l’addio al Pd, davvero a sorpresa) devono mantenere le promesse sugli investimenti futuri e sulle nuove assunzioni. Il futuro del porto deve significare nuova occupazione e di qualità.