Non si consideri chiusa la trattativa su ILVA prima che sia iniziata. Lo si deve al rispetto per gli oltre 10mila operai che lunedì scorso hanno scioperato compatti contro le proposte di Arcelor
Mittal per l’avvio della contrattazione nazionale”.
Questo quanto dichiarato da Paolo Peluso, segretario generale della CGIL di Taranto, a proposito delle “grandi questioni che riguardano il territorio”: lavoro, ambiente e il diritto alla salute.
“Il consiglio di fabbrica a Taranto ha detto cose molto chiare: – prosegue Peluso – tempi più brevi e misure più rigorose per ambientalizzazione impianti e bonifiche, introduzione di tecnologie avanzate e innovative, valutazione del danno sanitario, no alla riduzione dei salari e alla compressione dei diritti (Jobs act compreso), no agli esuberi e all’incertezza del ruolo dell’Ilva commissariata”.
Il segretario ribadisce le priorità: “Il risanamento ambientale, il rilancio della produzione industriale senza danni per l’ambiente e la salute non di migliaia di prepensionati, – spiega la nota del sindacato di sinistra – fosse anche con il benefici derivanti dall’esposizione all’amianto attraverso una nuova specifica legge nazionale – ma abbiamo bisogno soprattutto di impegni chiari che finora abbiamo registrato sotto forma di buoni intenti”.