Per ora, nei porti del Mediterraneo, Genova, Savona e La Spezia compresi, si tratta di un 2017 con l’andamento positivo. Investimenti significativi per i porti e le infrastrutture
più in generale, massicci trasferimenti di merci dalla strada alla rotaia: queste le linee guida indicate dal vice ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Riccardo Nencini (braccio destro di Graziano Delrio e segretario dei socialisti italiani che guardano al centrosinistra ed al Pd) nel presentare lo studio sugli “Scenari per il trasporto merci e la logistica nel medio e lungo periodo”, documento che fa parte “di un piano strategico integrato che guarda all’importanza e alla centralità dell’Italia rispetto ai traffici nel Mediterraneo”.
“Serve promuovere una maggiore mobilità sia all’interno che fuori dai nostri confini anche per quanto riguarda le merci”, ha detto. Tre i capisaldi su cui sta lavorando il Ministero: digitalizzazione delle infrastrutture; trasferimento entro il 2030 del 25-30% del traffico merci su ferro per arrivare al 50% entro il 2050 puntando sul collegamento con porti e aeroporti nell’ultimo miglio; massima attenzione alle tre grandi piattaforme strategiche infrastrutturali, vale a dire quella del Nord-Est, che include il Brennero e apre il collegamento con l’Europa centrale e la Via della Seta, quella del Nord-Ovest che guarda alla Francia e quella dell’Italia meridionale per la quale il vice ministro ha dichiarato sono stati previsti investimenti portuali importanti per catalizzare i traffici legati l’apertura della seconda bocca del canale di Suez e intercettare gli spostamenti dall’Est del mondo.