Genova deve ragionare in un’ottica europea, saper competere con città similari in Europa ed essere collegata alle principali capitali del vecchio continente. “Le aree urbane continuano a presentarsi
come un luogo privilegiato di crescita economica e di sperimentazione sociale e culturale e si rivelano oggi dirette ed autonome protagoniste sulla scena internazionale, inserendosi nei circuiti economici innovativi, attirando dall’esterno nuove risorse, finanziarie ed umane, ed incrementando i propri flussi turistici e culturali” lo afferma Francesco Gastaldi, laureato a Genova, ora professore associato di Urbanistica all’Università IUAV di Venezia. “Le città europee costituiscono un laboratorio, che sperimenta strategie di rilancio (aumento della competitività, riposizionamento economico, conferimento di nuove funzioni, correzione di squilibri e situazioni di disagio nei quartieri in crisi, maggiore dotazione di qualità urbana ed ambientale, nuove opportunità nel campo occupazionale e dei servizi, aumento dei flussi turistici e culturali)”. Genova deve guardare e apprendere dalle migliori esperienze europee, secondo Gastaldi “non si può stare fermi, anche per le città può valere il detto: chi si ferma è perduto” e ancora: “nell’epoca della globalizzazione le città devono avere chiare strategie europee e internazionali di promozione, anche Genova deve avere un’agenda urbana orientata in tal senso che si deve coniugare con una forte leadership politica. L’ente pubblico ha il compito di svolgere un ruolo di indirizzo e di regia, adottando una visione strategica per incanalare le proprie azioni entro un quadro di obiettivi certi, offrendo ai cittadini visioni di futuro chiare ed immagini evocative di possibili scenari”.