Secondo un dettagliato e ben fatto articolo di oggi di Matteo Dell’Antico sul “Secolo XIX” di oggi, la fusione (da anni se ne parla) nel porto di Genova e Savona tra camalli non
s’ha da fare. Dopo che i due porti non sono più divisi da 35 chilometri di confino, ma ora fanno parte della stessa famiglia, in molti si sono chiesti se anche i camalli potessero abbracciarsi in una stessa compagnia. Ma la Culmv a Genova è forte di 900 soci, appena 200 alla Torretta, ma ci sarebbero anche problemi formali e burocratici per la fusione. Ma al Priamar la Rebagliati è vista come un vanto della città di Savona e quindi non va toccata affatto.
Poi c’è un altro fronte. La Culmv da una parte e quel che resta dei “carbunin” della Pietro Chiesa del “compagno” Tirreno Bianchi, da tempo stavano trattando, prima in segreto, e poi apertamente, accordi di fusione per superare la crisi (latente tra i sampierdarenesi specializzati nel carbone). Per Bianchi, console dell Pietro Chiesa ed ex consigliere regionale comunista del Pdci ai tempi della giunta di Claudio Burlando, le due entità, Rebagliati e Culmv, dovrebbero fondersi. Ma il neo presidente Paolo Emilio Signorini è d’accordo?