Il maxi investimento nel porto di Livorno, tra Darsena, stazione Fs e Terminal, può senza dubbio cambiare il destino di una intera città, se non l’economia di una regione, la Toscana, che
guarda da sempre con la massima attenzione alla propria portualità.
Quaranta milioni di euro spalmati tra i sette del Contratto di Programma quadriennale dal 2012 al 2016, una parte in arrivo dal Ministero delle Infrastrutture, quindi da investimenti attuati da Rfi, fondi europei Fesr e sovvenzioni arrivate dalla rivale di sempre Firenze, sede del consiglio regionale toscano.
Un’opera che segnerà il passo nel trasporto merci marittimo del Nord Ovest Italia e che scavalcherà lo scalo genovese, vista la rapidità del passaggio dei container dal porto alla linea ferroviaria con la totale eliminazione del passaggio attraverso Livorno Calambrone. L’unione tra porto toscano e linea tirrenica chiude senza dubbio con il botto un anno importante per lo scalo toscano. Giuliano Gallanti, il commissario del porto livornese ed ex presidente dell’Authority toscana e genovese, ha espresso tutta la propria soddisfazione per l’inaugurazione dell’opera.
A margine della inaugurazione, Gallanti, molto noto a Genova, ha spiegato ai cronisti presenti al taglio: < Livorno ha tutte le carte in regola per diventare il primo vero scalo portuale ferroviario italiano. Nel Mediterraneo non ce n’è un altro simile. Non si dimentichi che sull’efficacia banchina-ferrovia Anversa ha costruito la propria fortuna>.