Otto anni fa, insediandosi sulla poltrona di presidente dell’Autorità Portuale genovese grazie alla vittoria ottenuta nelle primarie di Palazzo San Giorgio, Luigi Merlo presentò un documento ispirato
allo stile manageriale e alla filosofia “del fare” con cui intendeva caratterizzare il proprio mandato; dal titolo “Alcuni obiettivi per il breve periodo”.
Opere – si diceva – da realizzarsi tassativamente nel periodo 2008 – 2012: la conclusione dei lavori a Calata Bettolo, Ponte Parodi e Ronco Canepa, il viadotto di collegamento tra Vte e autostrada, l’ampliamento del nodo ferroviario di Voltri e via seguitando. Con l’obiettivo strategico retrostante di virare su rotaia almeno il cinquanta per cento della movimentazione merci dallo scalo.
A otto anni data, gli obiettivi di tale documento costituiscono altrettanti capitoli di un libro degli incubi, più che dei sogni. Mentre il promesso autoparco è stato realizzato, sì. Ma da un privato a Campi: Aldo Spinelli.
Insomma, dopo tanta retorica sul “time to make”, è stato il rinvio a farla da dominus. E l’andazzo continua.
Così rischiano di arrivare in ritardo perfino le passerelle per le mega navi da crociera che Stazioni Marittime accoglierà l’anno prossimo: un progetto di almeno un paio di anni fa. Tutto spostato a quando l’Authority conta di spendere anche i 9 milioni destinati allo studio di grandi infrastrutture.
Ma è davvero attendibile questo annuncio, secondo cui qualsivoglia decisione slitterà al fatidico 2017? Come per la diga all’imboccatura di ponente, di cui esiste il progetto di fattibilità; ma che – tuttavia – rimane ancora sulla carta.
Sicché non sembra lontano dalla verità il sospetto secondo cui ogni realizzazione andrà postdatata di un ulteriore anno, il 2018; visto che – come ipotizzano i tecnici – è molto probabile che i prossimi dodici mesi dovranno essere investiti (dissipati?) esclusivamente nell’opera di “integrare” e mettere a regime il conglomerato emerso dalla fusione dei porti di Genova e Savona iscritta nella riforma Del Rio.
Relativi problemi pratici connessi. Ad esempio il nuovo codice degli appalti, che – a detta degli uffici dell’Autorità Portuale genovese – sta complicando perfino la realizzazione di nuove connessioni autostradali.
Nel frattempo tutto è fermo, anche in attesa del nuovo presidente Paolo Signorini. Con il forte e realistico dubbio che, nonostante il suo arrivo, non ci si potrà concentrare – come auspicabile – sul “fare” strategico, bensì sul “tamponare” pasticci legislativi attuali e cortocircuiti gestionali pregressi.