“Con il Pon Metro – ha dichiarato ieri il sindaco di Genova Marco Doria – i comuni sono stati invogliati a “pensare in grande” con l’obiettivo di migliorare la sostenibilità urbana

e la qualità della vita. Non si tratta di grandi opere strutturali, ma di interventi innovativi e integrati”.
Sostenibilità…qualità della vita…innovazione… Siamo davanti all’ennesimo annuncio di “smart city sotto la lanterna”, con cui la retorica dell’intelligenza applicata alle cose, da parte del ceto politico, diventa linguaggio misterico che dovrebbe stupire la cittadinanza; dando conferma di una straordinaria capacità progettuale da parte dei pubblici amministratori.
Un gioco linguistico che – tra l’altro – in passato neppure “portò bene”. Infatti – sei anni fa – l’allora sindaco Marta Vincenzi proclamò la vittoria dello “smart” genovese in tre bandi dell’Unione europea. Guarda caso, proprio nel settore del monitoraggio dei rischi di catastrofi ambientali. Un riconoscimento il cui appeal, almeno per la comunicazione politica, venne cancellato dalle piene del Fereggiano!
Mentre la città continua a essere abbastanza allo sbando, tra degrado delle periferie e crescente disoccupazione, il trionfalismo sembra sempre più fuori luogo. Anche perché poi si appura che, dei 40 milioni di euro stanziati per la città di Genova, ben il 25 per cento è destinato a “migliorare l’efficienza energetica di Tursi”; ossia della sede residenziale dei nostri amministratori. E che tale spesa sia rubricabile come “intervento integrato” risulta abbastanza difficile da digerire.
Quanto poi all’innovazione, scoprire che – stando ai proclami – l’investimento si concretizzerà nella realizzazione di uno spartiacque per velocizzare il traffico lungo il Bisagno, nel rifacimento dei relativi marciapiedi e nella predisposizione di una pista ciclabile lascia abbastanza perplessi: infatti quanto enunciato sembra certamente apprezzabile seppure riconducibile all’ordinaria amministrazione. Non certo a fantasmagorie Hi-tech.
Infine, riguardo alla localizzazione dei fondi Pon Metro in Valbisagno, niente da eccepire. A parte la legittima esigenza di capire quali siano i criteri in base ai quali si è privilegiata una zona rispetto ad altre. Così, per quello strano principio politico chiamato trasparenza.
Il fatto è che il terribile vizio dell’illusionismo continua a spargere fumisterie a danno di un pubblico discorso realmente democratico (per non dire rispettoso del corpo sociale), reso tale dalla corretta informazione dei cittadini sullo stato dell’arte della situazione locale e delle intenzioni al riguardo dei pubblici amministratori.
Già a partire da un linguaggio sincero e comprensibile.