Regione Liguria e Unioncamere liguri hanno siglato una convenzione per un monitoraggio congiunto della salute/sicurezza alimentare nel nostro territorio.

In base a tale accordo sarà attivato uno sportello regionale preposto a svolgere compiti di informazione ed etichettatura, a fronte di analoghi impegni informativi a carico di ristoranti e imprese esportatrici. Attività che riguardano un comparto di quasi 30mila imprese; pari al 22,6 per cento del tessuto economico ligure.
Ma il dato politicamente più significativo è che le Camere di Commercio entrano a pieno diritto a far parte del tavolo inter-istituzionale di coordinamento (il quale comprende le ASL, l’Arpal e l’Istituto Zooprofilattico).
In sostanza, a fronte della conclamata volontà governativa di rottamare ogni corpo intermedio, secondo quella logica iper-centralistica che recentemente abbiamo visto ispirare la riforma della portualità nazionale, quanto qui da noi avviene in ambito alimentare risponde a un indirizzo in assoluta controtendenza. In effetti, tale scelta risponde a criteri organizzativi assai meno arcaici di quelli del dictator. Una logica propria da alcuni decenni delle ben più moderne architetture di rete; dal modello Toyota alla sussidiarietà propugnata dall’Unione europea: nessuno sa tutto, tutti sanno qualcosa. Regola particolarmente importante per operare in un mondo che si fa – via, via – sempre più complesso.
Alla valorizzazione a livello regionale del modello decentrato, l’istituto camerale apporta il suo patrimonio informativo e cognitivo che gli deriva dall’essere antenna sensibile delle prevalenti dinamiche d’area. Anche in questo caso, in linea con il paradigma di riferimento, in cui la detenzione corretta e (possibilmente-tendenzialmente) esaustiva dei dati diventa primaria condizione di successo per qualsivoglia strategia; sia essa politica come economica.
Un motivo in più – alla luce della collaborazione Unioncamere – Regione – per rilanciare l’idea secondo cui andrebbe ripristinato qualcosa che si avvicini all’osservatorio sulle dinamiche economiche e sociali; operante in via Fieschi dal 1970 – anno d’avvio dell’Ente Regione – e che si chiamava ILRES. Poi andato in chiusura all’inizio del nuovo millennio.
Liguriaeconomy conta di affrontare quanto prima questo tema con l’assessore allo sviluppo Edoardo Rixi. A cui l’idea non dovrebbe dispiacere. Visto che l’ultimo direttore dell’Istituto aveva un nome che forse “gli dice” qualcosa: Lorenzo Rixi…