I visitatori del sito Liguriaeconomy hanno potuto prendere visione dell’ampia videointervista che ci è stata concessa qualche settimana fa dall’assessore di Regione Liguria Sonia Viale,
in cui si affronta il tema che la sanità ligure merita un proprio “modello”; stanti le peculiari condizioni umane e geografiche in oggetto.
Uno dei primi aspetti su cui lavorare riguarda le possibili interdipendenze virtuose tra mondo pubblico e privato per assicurare alla popolazione le migliori prestazioni possibili. Magari sgombrando il terreno dalle guerre di religione di stampo ideologico tra statalismo e mercatismo.
Lo stato dell’arte della sanità pubblica nel nostro Paese è a pelle di leopardo, con punte di innegabile degrado al Sud. Nonostante la persistenza di isole a livello qualitativo più che accettabili anche nelle zone italiane più critiche. I recenti casi di turisti VIP salvati dal pronto ed efficace intervento del servizio pubblico a Napoli e Roma ne sono conferma. Chi ha dovuto recentemente ricorrere alle cure dell’Ospedale San Martino di Genova ne testimonia l’eccellente livello professionale, accompagnato da un’apprezzabile attenzione delle strutture alla relazione con il paziente. Lo stesso dicasi per altri ospedali regionali.
Tuttavia, il cappio della crisi economica, combinato con quello demografico rappresentato dall’invecchiamento della popolazione, rendono sempre più impellente la necessità di coniugare efficienza ed economicità. Al tempo stesso tutelando il livello qualitativo della cura.
Qui sta il punto critico prioritario del costituendo modello sanitario d’area, che meriterebbe di essere esplicitato come un’assoluta priorità del nostro dibattito pubblico. Visto che – nel frattempo – si registrano elementi di inquinamento del quadro complessivo; tali da indurre preoccupazione. Ad esempio i soggetti in campo. Attualmente sono 385 le strutture pubbliche e private accreditate al ruolo di fornitrici di servizi sanitari. Tuttavia assistiamo all’entrata in gioco di una miriade di altri soggetti medici, dalle prestazioni odontoiatriche agli esami diagnostici, che si propongono battendo esclusivamente sul tasto dell’abbattimento del prezzo. Anche perché tuttora liberi da controllo di liceità e qualità di quanto offerto.
Attenti – dunque – che la sanità nostrana non si trasformi in un far west. Ben altra era l’ipotesi di rapporto tra pubblico e privato, all’insegna della partnership, che emergeva dalla conversazione con Sonia Viale: ad esempio l’alleanza della Regione con il sistema locale delle farmacie per creare una rete di gates che orientino il bisogno di cura indirizzandolo ai punti di eccellenza territoriali; che dovranno subire l’inevitabile processo di concentrazione/specializzazione. Una sinergia tra interesse collettivo e individuale per la tanto auspicata coniugazione di efficienza ed economicità a misura delle sfide del tempo e del contesto. Un dibattito da farsi quanto prima, che eleverebbe immediatamente la politica alla sua migliore dimensione di pubblico discorso sulle scelte che riguardano l’intera comunità.