Il presidente di Stazioni Marittime Edoardo Monzani è giustamente fiero del recente rapporto che analizza le ricadute positive sulla città di Genova del flusso di turisti attivati dalle crociere:
tre milioni di passeggeri rilevati nel 2015 (di cui 840 mila crocieristi veri e propri, 2 milioni imbarcati sui traghetti), che producono una spesa media pro capite di 12,81 euro a imbarco e 7,38 a sbarco; con un totale di qualcosa come 110-125 milioni di ricadute sul sistema economico locale. E i primi dati 2016 lasciano già intravvedere ulteriori miglioramenti.
Se c’è un ambito in cui la parola magica “sinergia” potrebbe e dovrebbe tradursi in un’azione di reciproca valorizzazione, quello di trasformare il potenziale indotto degli arrivi/partenze nello/dallo scalo genovese in attrattività turistica si direbbe il più lampante caso di scuola: ossia tirare fuori ogni vantaggio per la visibilità dell’offerta cittadina (commerciale, culturale, gastronomica, di intrattenimento, ecc.) derivante dall’avere a disposizione già su piazza un target sterminato di possibili destinatari. Meglio di quanto potrebbe assicurare qualsivoglia tour operator europeo.
Cosa bisognerebbe fare a questo punto? Presto detto: trasformare il virtuale in reale attraverso azioni concordate tra comune e Ponte dei Mille. Magari una predisposizione di azioni d’accoglienza minimamente adeguate e concertate anche con le categorie di settore. A partire dagli orari domenicali di apertura degli esercizi per arrivare ala predisposizione di “pacchetti” onnicomprensivi (visite, refezione, ecc.) da sottoporre alle compagnie armatoriali.
Ma curiosamente questo non avviene. E ora l’assessore genovese alla cultura lamenta il fatto che “Stazione Marittime comunica soltanto il martedì l’arrivo delle quattro navi previste la domenica”. Forse potrebbe essere Tursi a prendere l’iniziativa di informarsi al riguardo. Magari una telefonata…