Stando alle notizie che circolano sulla stampa locale attorno alle strategie per il ridisegno di quella che viene chiamata impropriamente “governance portuale”

(il nuovo regime per la costruzione degli organigrammi di vertice nelle Port Authority), si starebbe scatenando una guerra di corsa tra i vari partiti locali su tempi e modi con cui applicare la riforma Del Rio.
Infatti il Partito Democratico viene segnalato in preda a furori per la richiesta – secondo taluno ragionevole – inviata al ministero competente da parte del governatore Giovanni Toti e della maggioranza di centro-destra per una proroga; che dia il tempo necessario a predisporre il contesto per un passaggio sistemico non traumatico. Ovviamente la pausa non sarebbe di per sé una catastrofe; certo non tale da giustificare reazioni di tal fatta e spiriti tendenti al bollore. Ma, come spesso capita in politica, le dichiarazioni nascondono altri intenti. Quali quelli che – stando ai rumors – vorrebbero particolarmente attivo l’onorevole Mario Tullo, rappresentante del PD in commissione trasporti, in quanto propugnatore di uno scambio di poltrone tra maggioranza e opposizione: se era data per scontata la nomina di Paolo Emilio Signorini, attuale segretario generale di Regione Liguria (e come tale vicinissimo a Toti), quale presidente dell’Autorità di Palazzo San Giorgio, Tullo avrebbe immaginato l’attribuzione dell’incarico di segretario generale dell’Ente a un personaggio attualmente “in sabbatico” quale l’ex governatore ligure Claudio Burlando. E il rinvio chiesto da Toti rimanderebbe alle calende greche anche questa operazione, al rischio di farla sfumare.
In ogni caso, sarebbe interessante appurare il grado di coinvolgimento nella mossa piddina del chiamato in causa; visto che altri uccellini cinguettavano semmai dell’interesse alla carica di sindaco di Genova di un Burlando che non ci pensa proprio ad andare in pensione.