Se il G-20 “cinese” doveva suonare uno squillo di tromba per la ripresa dello sviluppo, si può parlare senza tema di smentite di “flop clamoroso”. Il fatto è che dal consesso che riuniva
i leader del mondo non è emersa un’idea che sia una sul canonico “che fare”. Quarant’anni di catechismo liberista, screditati dalle devastazioni prodotte (dopo che – a loro volta – avevano spedito in soffitta le venerande ricette keynesiane), lasciano mestamente svuotato l’arsenale delle strategie di politica economica. E smarriti proprio quelli che dovrebbero tracciare la via.
Ci sono stati tentativi di curare la febbre del declino con ricette di minimalismo pragmatico, come nel corso di due mandati presidenziali di Barak Obama; ci si è affidati acriticamente allo strumento finanziario nella speranza che potesse produrre qualcosa di meno effimero della speculazione a breve termine. Soprattutto si è perseguito un mastodontico spostamento delle attività manifatturiere verso l’Estremo Oriente, per metterne le masse lavoratrici sottopagate al servizio dei mercati di un Occidente popolato in misura crescente da consumatori alla ricerca del prezzo ribassato. Il dramma è che questi consumatori erano indotti sempre di più ad acquistare mediante indebitamento, stante la loro condizione di precarizzati (in via di trasformarsi in disoccupati). Difatti il meccanismo, ben rappresentato dalla metafora di quello che sega il ramo su cui è appollaiato, in pochi decenni dimostrava di non poter funzionare. E il summit di Hangzhou ne ha fornito la certificazione.
Insomma, ci si sta rendendo conto che se non esistono cornucopie, allo stesso modo non abbiamo a disposizione parole magiche che rimettano in moto un sistema considerato da taluno al capolinea. Ragione di più per iniziare a riflettere sul come possiamo farcela a sfuggire alla tenaglia dell’incombente declino epocale facendo affidamento sulle nostre forze. Per questo il tema della ripresa autunnale ligure non devono essere parate di Stati Generali per supportare questa o quella candidatura a sindaco per le prossime amministrative, quanto l’avvio di un pubblico confronto sul come mettere a fattor comune le migliori energie, per costruire un progetto orientato al futuro.