Massimo Federici, sindaco di La Spezia, non gradisce l’intromissione del governatore ligure Giovanni Toti, che ha chiesto al governo l’applicazione della proroga nella fusione
delle autorità portuali della nostra area; non solo tra Genova e Savona ma anche tra La Spezia e Carrara. In questo secondo caso si è toccato l’orticello del primo cittadino spezzino suscitandone la reazione piccata. Il problema è che Federici, per giustificare la propria presa di posizione, ha voluto imbarcarsi in disquisizioni che non sembrano francamente alla portata delle sue corde. Va bene di questi tempi dare palesi dimostrazioni di allineamento ai diktat ministerial-governativi. D’altro canto risulta assolutamente incongruo sostenere che il temporaneo stop all’entrata in vigore della riforma Del Rio comporterebbe danni alla “governance” portuale. Sempre che Federici – sulla scia dell’americanista Beatrice Lorenzin (la ministra promotrice del Family Day)- sappia che cosa l’anglicismo significhi davvero.
Termine alternativo a “government”, la “governance” configura “un vasto ventaglio di istituzioni, reti, direttive, regolamenti, norme e usi politici, sociali, amministrativi, pubblici o privati, scritti o non scritti, che contribuiscono alla stabilità, all’orientamento, alla capacità di dirigere” (Arnaldo Bagnasco, Tracce di comunità, il Mulino 1999, pag. 141). In altre parole, in una società via via più complessa, nella quale diversi sottosistemi si differenziano e autonomizzano, la governabilità complessiva dipende meno da un unico centro capace di controllo e più da meccanismi di negoziazione fra differenti gruppi e reti di attori. Esattamente l’opposto del paradigma ri-centralizzatore della riforma Del Rio, obbediente a due criteri (arcaici) che si impongono di questi tempi: il mito dell’uomo solo al comando e il paradigma aziendalistico (anni Ottanta) dell’organizzazione piatta, che elimina con i corpi intermedi il principio democratico del controllo plurale.
Ma per Federici tutto questo significherebbe “fare sistema”. Altra concessione – per dirgliela nell’inglese che tanto gli piace – ai “tag” (frasi fatte) politicamente corretti del tempo; ma che i segnali di tempeste provenienti da Est, come il giustamente citato fallimento della compagnia coreana Hanjin, consiglierebbero di mettere da parte. Per un doveroso senso di responsabilità.