Gli analisti di Mediobanca Securities hanno espressamente dichiarato che l’aeroporto Cristoforo Colombo di Genova non rientra nelle strategie di investimento di Atlantia;
il fondo che controlla al 95 per cento Aeroporti di Roma (AdR), che a sua volta è socia al 15 per cento della società che gestisce lo scalo genovese. Difatti l’ipotesi di coinvolgimento viene stroncata dai diretti interessati con due sole parole “non interessante”. Perché, il Cristoforo Colombo viene considerato – testualmente – “asset domestico di moderate dimensioni, che non garantirebbe un aumento di visibilità per Atlantia nello scenario internazionale”.
In effetti, piazzandosi al ventitreesimo posto nella graduatoria passeggeri nazionali (1,3 milioni), il Colombo non è stato incluso dal Piano Nazionale dei Trasporti nel novero dei dodici snodi aeroportuali meritevoli di essere considerati “strategici”.
Un ulteriore brutto colpo per la psicosi genovese e ligure da isolamento. Che – come già più volte si è ripetuto in questo sito – andrebbe curata non inveendo contro il resto del mondo che ci emargina, bensì ragionando su una semplice domanda: perché il nostro territorio non viene considerato una realtà pregiata, con cui il resto del mondo ambirebbe ad esservi collegato a tutti i costi?
Il premio Nobel per l’economia Milton Friedman ribadiva sempre che “nessun pasto è gratis”. Ossia, nel mondo del business niente viene regalato, tutto conquistato. Difatti una delle più comuni espressioni gergali anglosassoni è “you snooze, you lose” (tu sonnecchi, tu perdi).
Dalle nostre parti si direbbe: “chi dorme non piglia pesci”.