Domenica è comparsa sulla stampa locale la dura presa di posizione di Raffaella Paita, capogruppo PD in Regione Liguria e consorte del consulente del ministro Del Rio Luigi Merlo,
contro quelli che – a suo dire – vorrebbero impedire, ritardando l’accorpamento delle Autorità Portuali di Carrara e La Spezia, la nascita di un soggetto “forte e competitivo”. Vergogna! Purtroppo l’infervorata signora non ci spiega per quale ragione dalla sommatoria aritmetica di queste due realtà dovrebbe scaturire tale meraviglia. In effetti i porti, per la natura del loro business, possono mettere in comune alcune materie, che vanno dalla promozione all’informazione. Mentre per quanto riguarda le dinamiche di mercato e l’intercettamento dei flussi di merci sono necessariamente concorrenziali. Specie tra scali limitrofi, obbligati a contendersi tra loro quote di arrivi e partenze di una clientela potenzialmente comune. Come si vide benissimo nel fallimento di quell’associazione dei tre porti liguri (Ligurian Ports) – presieduta tra l’altro anche da Luigi Merlo – che negli anni scorsi fallì miseramente tra ripicche e litigi.
In realtà il senso della riforma non ha nulla a che fare con criteri “forti e competitivi”, ma rientra nella teatralizzazione del taglio/accorpamento a scopo dimostrativo. Ed è tutto da dimostrare che non diventi una replica della storia di Ligurian Ports.