E’ nato il cosiddetto “confidone”, il soggetto regionale che fonderà in un solo consorzio di garanzia collettiva i fidi di primo grado di tutti i settori economici liguri. È la prima volta in Italia:
mai si era riusciti a riunire sotto un unico cappello industria, artigianato, commercio, cooperazione e agricoltura.
“Un’iniziativa importante”, scandisce l’assessore allo sviluppo economico, Renzo Guccinelli (foto). “Attraverso un organismo che “parla ligure” disporremo di un soggetto che sarà in grado di conoscere meglio le problematiche del territorio e potrà essere indirizzato nella strategia anche dalle politiche regionali”.
L’operazione è stata lunga e complessa: nata nei primi anni della precedente legislatura ha dovuto smussare spigoli e comporre differenze non semplici. Lo schema prevede la fusione di Rete Fidi Liguria, Cooperfidi Liguria (4,9 mln di garanzie in essere) e Mediocom (85,2 mln) dentro Fidimpresa Liguria (130,2 mln), scelta come “veicolo” in quanto primo confidi ligure ad aver ottenuto l’iscrizione all’albo previsto dalla legge nazionale. Ad essi si aggiunge Confart Liguria che conferisce capitale sociale e garanzie (46,4 mln) pur senza confluire formalmente.
Un modello unico nel panorama nazionale, ma ben radicato in Europa – Francia e Germania soprattutto – dove la dimensione territoriale e non quella di categoria è storicamente l’unità di misura della gestione delle garanzie. La strada aperta dalla Regione Liguria è quella giusta, come certifica la decisione della Banca d’Italia di proporre il modello ligure anche alle altre regioni in un prossimo roadshow.
L’atto di fusione vero e proprio sarà firmato in ottobre, quando saranno decorsi i termini burocratici legati alle delibere concluse in questi giorni. Il sistema economico ligure avrà allora a disposizione un soggetto – Rete Fidi Liguria – con una base di garanzie in essere di circa 254 milioni e oltre 4.000 imprese associate (pari a circa il 55% del mercato ligure), in grado di rispettare i dettami di affidabilità di Basilea 2 e 3.
Vi saranno rappresentate tutte e quattro le anime imprenditoriali: industria (1944 aziende ex Fidimpresa), commercio (1549 imprese ex Mediocom), cooperazione (183 imprese ex Cooperfidi) e artigianato (1400 soci Confart). La rivalità fra le tante anime è stata superata grazie alla regia della Banca d’Italia, che ha concesso una deroga al nuovo ente consentendo fino a 17 consiglieri: in questo modo la rappresentanza e il peso potranno essere adeguatamente rappresentati.
Grande soddisfazione fra i nuovi soci, ben coscienti che mai come in questo periodo di crisi l’unione faccia la forza. E se i confidi sono stati da poco individuati dal governo Monti come uno degli strumenti per fronteggiare la crisi, qui in Liguria dove le cooperative di garanzia hanno una radicata tradizione si punta più pragmaticamente a ottimizzare le poche risorse disponibili: la fusione potrebbe ridurre i costi di apertura di un confidi anche di 200 o 300mila euro.
“Abbiamo lavorato per aiutare le imprese, anche di piccole dimensioni, a reggere le sfide di mercati che conoscono evoluzioni sempre più rapide, trasformando situazioni di rischio potenziale e di crisi economica, in opportunità di sviluppo”, ha concluso Guccinelli, “In un periodo di crisi come quello attuale i confidi giocano infatti un ruolo importante: da un lato rappresentano i soggetti alleviatori di rischio nei confronti del sistema bancario, dall’altro rivestono quali soggetti no profit e grazie agli interventi pubblici dello stato e per quota parte della nostra Regione, un ruolo anticiclico importante, compensando con le garanzie quelle imprese che diversamente ricadrebbero nelle strette del credito bancario”.