Il sistema sanitario della Liguria sta registrando una riduzione dei costi tendenziale di 105 milioni nei primi mesi del 2012, ma resta ancora il rischio di nuove tasse
se entro l’anno non si risparmierà una cifra analoga. Lo ha annunciato l’assessore regionale alla Sanità Claudio Montaldo (foto) nella riunione di maggioranza sulle politiche sanitarie alla quale hanno partecipato tra gli altri il presidente della Regione Liguria Claudio Burlando e il presidente del Consiglio regionale Rosario Monteleone.
“Abbiamo fatto più di metà strada – ha detto Montaldo – grazie alle numerose azioni che abbiamo messo in atto ma resta ancora tanto da fare. Dobbiamo ridurre ancora i costi con altre azioni perché l’alternativa è mettere nuove tasse, e questo sarebbe un colpo molto pesante per i redditi e le imprese”. L’impegno della Regione è stato massimo, fino al 2011 il sistema è rimasto in linea con le risorse a disposizione ma la manovra del 2012 “è stata violentissima”, ha detto Burlando. Il rischio di nuove tasse è tutt’altro che remoto ma l’economia non può sopportare un ulteriore aumento della pressione fiscale.
L’obiettivo è fissare una quota di costo capitaria che le aziende non devono superare. “I costi eccessivi in Liguria riguardano in primo luogo gli ospedali – ha detto ancora Montaldo – Oggi siamo dietro le prime cinque regioni più virtuose, dobbiamo restare agganciati a loro”. Occorrerebbe però investire al più presto dai quattro ai cinque miliardi per razionalizzare le strutture ospedaliere (e quindi per renderle più efficienti e meno dispendiose).
Il Presidente Burlando ha manifestato preoccupazione per la tenuta dei livelli di assistenza: “Se il Governo ripropone questa logica dei tagli nella sanità allora deve essere lui a prendersi la responsabilità e decidere che cosa la sanità pubblica deve ancora offrire al cittadino. La cosa peggiore sarebbe lasciare sole le regioni”. Nel caso di nuovi tagli, argomenta Burlando, “le strade non sarebbero molte: una sarebbe tornare alla situazione che c’era prima del 2006, quando lo Stato copriva i debiti delle regioni. Ma non sarebbe sensato visto il debito pubblico dichiarato e quello sommerso”.