Prima l’ha approvata in toto, senza indugi, ma ora qualcosa pare cambiato. Assoporti, infatti, nelle ultime ore, ha alzato alcune inspiegabili cortine fumogene sulla tanto discussa
Riforma delle 24 Authority nazionali, che sono sotto a un tiro incrociato multiplo di diversi sindaci, governatori e persino presidenti dei porti italiani.
Il presidente di Assoporti, Pasqualino Monti (numero uno del porto laziale di Civitavecchia), dichiara che l’associazione è favorevole alla riforma, ma per renderla “più efficace propone quattro modifiche tecniche:
- salvaguardare la natura operativa specifica delle Autorità Portuali, recependo i principi generali del DM 165/2001, ma evitando di trasformare le future Autorità di Sistema Portuali in semplici uffici pubblici decentrati
- distinguere con chiarezza e trasparenza fra i ruoli e le diverse funzioni tra le nuove Autorità di Sistema Portuale e l’Autorità Marittima, soprattutto in tema di sicurezza portuale complessiva e della navigazione
- salvaguardare la possibilità per le future Autorità di conservare partecipazioni in società strumentali alle attività logistiche e ai servizi di interesse generale, ovviamente dove questi non abbiano riscontri di mercato nell’immediato, e fermo restando i vincoli già oggi imposti dalle varie normative vigenti in termini di contenimento della spesa pubblica e riordino delle società partecipate o controllate
- riflettere su una norma transitoria che – non rallentando né l’istituzione delle nuove Autorità né la nomina dei nuovi organismi di governo – possa accompagnare dal punto di vista amministrativo il processo di accorpamento delle attuali Autorità Portuali.