Ha qualcosa di surreale il dibattito politico che si è acceso attorno al Blue Print. Ad oggi, quello che abbiamo è solo uno schizzo, una suggestione. Eppure c’è chi, come l’assessore

Piazza, difende a spada tratta un “progetto” che, a tutti gli effetti, ancora non esiste. Allo stato attuale, non si conoscono neppure misure, dimensioni, impatto sul territorio.

Ben venga mantenere le riparazioni navali, ma deve avvenire in un luogo che non metta a repentaglio la salute degli abitanti. Perché, come ha spiegato l’Unione Europea in risposta a un’interrogazione del MoVimento 5 Stelle, Genova è già in mora rispetto ai parametri consentiti dalla legge per l’inquinamento da biossido d’azoto. Basterebbe questo per definire non sostenibile il Blue Print così com’è stato disegnato, e ancor meno con l’ampliamento delle riparazioni navali in zona fiera.

Una riflessione seria sul Blue Print può avvenire solo attraverso un vero dibattito pubblico partecipato e aperto alla cittadinanza. Esiste poi una procedura rigorosa da seguire: l’analisi costi-benefici, la Vas, ma anche Via e anche la Viias. Ieri, invece, Rixi si è limitato a parlare della sola Vas, ignorando o fingendo di ignorare strumenti di valutazione di competenza regionale e dimenticando che è stata la stessa Europa a sollecitarle meno di due mesi fa.

Ai lavoratori va garantito il lavoro, ai cittadini la salute pubblica. Una buona amministrazione deve trovare una soluzione che risponda ad entrambe le esigenze.

Alice Salvatore, portavoce MoVimento 5 Stelle in Regione Liguria