Secondo una dettagliata inchiesta del primo settimanale italiano assieme a “Panorama” per numero di copie vendute in edicola, l’Espresso, i porti italiani da anni, ed è sotto l’occhio

di tutti e tutto, sono diventati una sorta di lottizzazione per piazzare gli amici degli amici in ogni segreteria politica nazionale. Da destra a sinistra, passando dal centro. A scorrere la lista dei presidenti delle 24 Autorithy (destinate a ridursi a 15, tra mille ostacoli e complicazioni) si capisce quindi perché i partiti abbiano spesso e volentieri piazzato loro uomini al vertice, grazie anche a un meccanismo capace di prestarsi al massimo della lottizzazione: nomina decisa dal ministero delle Infrastrutture d’intesa con la Regione, in base a una terna proposta da enti locali e Camere di commercio. Così, malgrado la “comprovata qualificazione professionale nei settori dell’economia dei trasporti e portuale” richiesta dalla legge, non di rado le Autorità hanno rappresentato il punto d’approdo per politici senza competenze o poltrona.