Se il decreto legislativo per riformare l’amministrazione portuale italiana diventerà esecutivo nella sua forma attuale, l’esecutivo italiano aprirà una terza via bisecante i tradizionali

regimi di governo portuale in vigore nei porti nordeuropei e in quelli sudeuropei. I primi sono in genere retti da consigli di amministrazione nominati da amministrazioni cittadine e locali che beneficiano direttamente dei risultati economici prodotti dalle attività portuali. I porti del Sud Europa sono governati da comitati gestionali in cui figurano rappresentanti dello Stato, delle istituzioni regionali, locali e cittadine ed esponenti dell’autorità marittima, delle imprese e dei sindacati. (articolo tratto da Informare)