Prima i propositi rigettati al mittente di una fusione con i “fratelli – coltelli” della Culmv, sono tutti compagni doc, poi la replica stizzita alla stessa proposta dei camalli. Insomma, i carbunè

della Compagnia Pietro Chiesa non se la passano bene. Il console Tirreno Bianchi, un comunista doc, braccio armato di Oliviero Diliberto a Genova negli anni d’oro del PdCi (Partito dei Comunisti Italiani, nato da una costola di Rifondazione Comunista perché non voleva far affondare il governo di centrosinistra), è molto preoccupato. Intanto, però, scattano i primi licenziamenti in seno alla Pietro Chiesa. Il tutto a causa del calo delle rinfuse, ampiamente previsto dai cugini della Culmv, che ad ora se la passano meglio. A rimetterci quattro lavoratori a partire dal gennaio del 2016; il console Tirreno Bianchi (fa effetto un comunista che licenzia) ammette a denti stretti: “Costi insostenibili, siamo stati costretti ad agire così”.