È notizia di pochi giorni fa che Piaggio Aerospace è diventata al 100% straniera. Dopo 17 anni, Piero Ferrari ha venduto le sue ultime quote (il 1,95%) al fondo arabo Mubadala, che
ora detiene l’intero pacchetto azionario dell’ormai ex azienda ligure.
Da oggi si parla arabo in Piaggio, un’eccellenza le cui vicende si intrecciano a doppio filo con la storia industriale italiana, e ligure in particolare. Dietro i freddi numeri ci sono persone, impiegati, dipendenti – quelli si, italianissimi – che guardano con grande apprensione al proprio futuro.
La storia è nota. Nel 2014 la nuova proprietà ha avviato il trasferimento della sede da Finale Ligure a Villanova d’Albenga. Un’operazione già allora molto discussa per il concreto rischio di speculazione edilizia nella vecchia sede di Finale. Ma l’allarme più grande è quello occupazionale. Nello stesso periodo, infatti, è scattato in parallelo il trasferimento da Sestri Ponente (Genova) alla sede unica di Villanova, nell’ambito di un piano industriale che – nelle intenzioni dei manager – avrebbe dovuto far crescere Piaggio.
In realtà, il fondato timore del MoVimento 5 Stelle, e non solo, è che i lavoratori Piaggio siano stati usati come merce di scambio all’interno di una partita più ampia che dovrebbe culminare con l’ingresso degli sceicchi arabi in Alitalia.
Ad aggrovigliare ulteriormente i nodi ha contribuito l’arrivo dell’imprenditore campano Andrea Esposito, amministratore delegato della Laer Srl, alla quale Piaggio ha appaltato alcune produzioni di carpenteria. Contestualmente, Piaggio ha avviato un maxi-piano di esuberi che prevede la cassa d’integrazione straordinaria per oltre 300 persone. Le quali dovrebbero rientrare alla casa madre dalla porta di servizio, in Laer, con condizioni contrattuali molto svantaggiose, complici anche le nuove norme previste dal Jobs Act.
Centinaia di lavoratori esternalizzati sono, a tutt’oggi in un limbo di incertezza, in attesa che il piano di Piaggio Aerospace trovi uno sbocco concreto, mentre le commesse relative ai droni P180 sono tutte latenti.
Di recente abbiamo fatto visita agli esternalizzati Laer per esprimergli la massima solidarietà da parte del MoVimento 5 Stelle. Nel frattempo, abbiamo chiesto un incontro all’Unione Industriali di Savona per capire quali erano stati i patti presi e se gli accordi sono stati effettivamente mantenuti. In questi giorni abbiamo incontrato l’assessore regionale allo Sviluppo Economico, Edoardo Rixi, chiedendogli di sollecitare – e verificare – l’attuazione del piano industriale, allo scopo di capire quali siano le reali intenzioni del fondo Mubadala.
Siamo vicini ai lavoratori Piaggio e ci auguriamo che, al più presto, si possa arrivare a una soluzione del problema dei lavoratori. Lo pensa anche Piaggio?
Andrea Melis, portavoce MoVimento 5 Stelle in Regione Liguria